“Vogliamo lavorare, non annullate le fiere!”

“Vogliamo lavorare, non annullate le fiere!” E’ il grido del sindacato degli ambulanti di Confesercenti della provincia di Arezzo che ha scritto di nuovo ai comuni della provincia perché permettano lo svolgimento delle fiere su area pubblica. Una prima lettera era partita a giugno, dopo l’emanazione delle linee guida da parte della regione, le stesse che avevano consentito la ripartenza dei mercati settimanali.

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Secondo quanto riporta la testata giornalistica locale valdarnopost.it, gli ambulanti hanno nuovamente scritto ad una ventina di comuni, tra cui Arezzo, Cortona e Montevarchi e Bibbiena e Pratovecchio-Stia per sollecitare lo svolgimento delle fiere previste nel periodo estivo e in autunno. “Il settore fieristico è rimasto in molti comuni fermo al palo – spiega Confesercenti Arezzo – nonostante le prescrizioni previste per la sicurezza dalle norme anticovid siano sostanzialmente le stesse che per i mercati. Perché allora non farle ripartire? Una parte importante di operatori ambulanti si stanno trovando in una situazione incomprensibile, senza poter lavorare nonostante le norme lo consentano”.

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“Abbiamo chiesto ai comuni – spiega per Anva Valeria Alvisi vicedirettore di Confesercenti – di far svolgere queste manifestazioni e di convocarci nei casi in cui ritengano che ci siano difficoltà da superare nell’organizzazione. Come abbiamo collaborato per trovare soluzioni per far ripartire i mercati in tutta la provincia, siamo pronti a farlo per le fiere. Non si può annullare una fiera senza le adeguate motivazioni e senza consultarci. Se i comuni non ci ascoltano, siamo pronti a sostenere i nostri soci che riterranno di chiedere i danni per i mancati guadagni. Gli ambulanti che vivono con gli incassi delle fiere sono molti e chiediamo ai comuni di tener presente questo problema quando vanno a decidere”.

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“La preoccupazione di evitare il diffondersi dei contagi – conclude Alvisi – è molto presente nella categoria, che non vuole certo trovarsi a dover nuovamente chiudere le proprie attività, ma le linee guida per lavorare in sicurezza ci sono e vengono rispettate. Spetta ora ai Comuni non tirarsi indietro”.

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