Crollo del mercato ambulante in Sicilia: più di 2 mila imprese scomparse nel 2024

L’Osservatorio nazionale del Mise (Ministero delle Imprese e del Made in Italy) ha recentemente pubblicato dati allarmanti riguardanti il settore del commercio ambulante in Sicilia. Secondo i dati, il settore ha subito una perdita del 24% negli ultimi otto anni, con un calo significativo del numero di operatori. Confimprese Sicilia ha inviato una nota al presidente della regione, Renato Schifani, e all’assessore alle Attività produttive, Edy Tamajo, evidenziando la situazione critica e chiedendo interventi urgenti per invertire la tendenza.

Lo riporta la testata on line locale blogsicilia.it secondo cui i dati dell’Osservatorio nazionale del Mise rivelano che tra il 2016 e il 2024, il numero di operatori del commercio ambulante in Sicilia è diminuito da 21.298 a 16.189, con una perdita di circa 5.000 operatori. La provincia di Ragusa è la più colpita, con un calo del 42%, seguita da Palermo (-34%) e Siracusa (-31%). Nel 2024, sono state perse 2.477 imprese, un segnale chiaro della crisi che sta attraversando il settore.

Giovanni Felice, coordinatore regionale di Confimprese Sicilia, ha spiegato che il ridimensionamento del settore è dovuto a diversi fattori, tra cui il cambiamento delle abitudini di consumo e la rigidità degli orari dei mercati. “Il modello dei mercatini settimanali non funziona più,” ha dichiarato Felice. “Le persone preferiscono esperienze d’acquisto più flessibili, integrate e di qualità, mentre i mercati restano organizzati quasi esclusivamente di mattina, escludendo chi lavora.”

Confimprese Sicilia ha identificato diverse cause principali della crisi del commercio ambulante in Sicilia. Tra queste, il cambiamento delle abitudini di consumo, la rigidità degli orari dei mercati, la mancanza di regole certe, il dilagare dell’abusivismo e la disattenzione delle amministrazioni locali. Felice ha sottolineato che il modello dei mercati è rimasto fermo, scollegato dalla realtà urbana e culturale in evoluzione, e viene spesso percepito come un fenomeno di degrado anziché come una risorsa per cittadini e turisti.

Per invertire la tendenza, Confimprese Sicilia propone una rivoluzione culturale e organizzativa dei mercati. Felice ha ribadito la necessità di riconsiderare il mercato come una risorsa e non come un fenomeno degradante. Tra le proposte avanzate, la creazione di mercati tematici e polifunzionali, l’organizzazione di eventi serali e infrasettimanali, e l’integrazione digitale tramite una piattaforma regionale con calendario aggiornato, elenco operatori, vetrina online e gestione delle autorizzazioni in formato digitale. Inoltre, è fondamentale agire su sostenibilità e accessibilità, con l’adozione di materiali ecologici, sistemi di raccolta differenziata, promozione della mobilità dolce e del trasporto pubblico. Un altro punto chiave è l’inclusione sociale e il ricambio generazionale, da incentivare attraverso bandi e percorsi formativi rivolti a giovani, donne e disoccupati. Infine, serve costruire governance partecipate, sviluppando reti tra ambulanti, negozi e istituzioni attraverso contratti di rete. I mercati devono essere pienamente inseriti nei processi di rigenerazione urbana, anche attraverso il recupero di aree industriali dismesse o di spazi urbani da riqualificare e destinare a nuovi usi.